giovedì 12 agosto 2010

Delitto agli scoglietti

30/05/2010 ore 20.05


“Ma sono le stelle o le luci del castello? Cazzo è tutto sfocato!!” pensò Arianna,il suo dolore alla testa aumentava e la sua bocca riconosceva il sapore del sangue che con un colpo di tosse andò a macchiare la maglietta di Gucci “Cazzo era nuova...” sospirò irrazionalmente”. “Ora raccolgo le forze e provo ad alzarmi” pensò, ma il suo corpo non le ubbidì, toccò la sua coscia con la mano destra e sentì la gamba, attaccata al corpo ma insensibile come uno scoglio al vento. “Giuro che me la pagherà” lacrime e rabbia si fusero insieme, il dolore crebbe ancora, la vista scemò ed il sangue continuò ad uscirgli dagli orifizi. Niente più giornate con amici, niente più mamma né papà, niente più gelati né louis vuitton, niente più amanti ed incazzature, né compleanni ed abbronzature. Mise l'indice in bocca ed inzuppandolo nel sangue iniziò a scrivere su uno scoglio il nome di chi aveva deciso che i suoi 34 anni dovevano bastarle. Fece una M poi riinzuppò il dito, aggiunse una A e riportò il dito alla bocca.

30/05/2010 ore 13.00

“Dai scrivi 42° 2' 10.31'' N 11° 52' 20.37'' E” gli dettò Arianna al cellulare “Che faccio li gioco al lotto?” rispose lui ironico “ Ma no dai, hai detto che volevi vedermi no? Ci vediamo alle 20 sarò lì ad aspettarti” “ Si d'accordo- ribatté lui- ma lì dove?”.Non era mai stato una volpe, ma Arianna aveva già messo giù. Marcello si ritrovò così a parlare da solo al telefono tra l'eccitato e lo stranito, non sapeva da dove cominciare e non poteva certo farsi scappare un'altra uscita con Arianna, bellissima, di buona famiglia, tanto più carina di lui, tanto più magra di lui e a pensarci bene anche parecchio più alta di lui.

Marcello odiava tutto di sé, compreso suo padre, ormai morto da due anni, che ha sempre preferito suo fratello, odiava sua madre, ipercattolica, iperborghese e iperprotettiva tanto che, pur essendo lui un quarantenne, ancora passava in camera a dargli la buona notte, acuendo così il suo pensiero di essere un idiota e mandando a picco la sua autostima. Odiava i suoi pochi capelli rossi, la sua pancia ed il suo doppio mento. Odiava il suo nome, il suo odore e la sua pelle grassa. Odiava i suoi occhiali, le efelidi che ricoprivano il suo viso, odiava tutto questo, senza però saperlo! Le sue uniche certezze erano la sua carta di credito e la sua Porsche, lì a bordo era meno invisibile al mondo ed alle ragazze, due armi micidiali. Aveva un signor stipendio per scaldare la sua poltrona rinforzata, vestiva Armani su indicazione della mamma, e veniva iniziato dal fratello alla bella vita, con la speranza che si sarebbe svegliato un po'.

10/04/2010

“Perchè non ti siedi qui con noi a bere un ciampagnino?” così goffamente Marcello aveva approcciato Arianna nell'area Vip del Jet Set “ Uno sciampagnino non si rifuta mai” rispose lei ridendo ed ammiccando. La serata proseguì così tra cestelli colmi di ghiaccio, frutta e bottiglie di champagne da 700 euro l'una che agevolarono la loro conoscenza.

Conoscenza che proseguì tre giorni dopo cenando alla Pergola dell'Hilton con relativa capatina in una delle suite del prestigioso albergo capitolino.

Marcello capì che ad Arianna piaceva la bella vita e le fece trovare sul letto un rolex dalle sette bellezze. Lei lo guardò fisso negli occhi, si stordì con quello che c'era nel frigobar e gli chiese di spegnere la luce.

Da quel giorno Marcello fremeva sempre per incontrarla di nuovo, Arianna rispondeva di rado alle sue innumerevoli telefonate, centellinava gli appuntamenti con lui, facendo crescere il desiderio di Marcello e, come immaginava, il tenore ed il valore dei suoi regali.

27/05/2010 ore 20,00

“Sei un maledetto figlio di puttanaaa, mi avevi detto di averla lasciata, anzi me l'avevi giurato brutto pezzo di merdaaa!!!” tutto il condominio capì che Arianna era al telefono; “Cazzo ma fammi almeno spiegare” abbozzò Marco “ Cosaaaaa? cosa vuoi spiegare?” urlò così forte ed in maniera così straziante che la vicina alzò il volume della televisione Arianna le stava impedendo di ascoltare un passaggio cruciale di “Uomini e Donne” la sua trasmissione preferita.”Senti!-proseguì Arianna ritrovando una glaciale compostezza - non devi chiamarmi più, non devi tormentarmi più e soprattutto devi smetterla di seguirmi!” “Seguirti?” “Zitto! - stavolta singhiozzava -Lo so che mi segui, percepisco una presenza e bada ti denuncio, cancella il mio nome io l'ho già fatto” “ Ti prego calmati” ruggì Marco “ Calmati tu stronzo!” se l'avesse avuto davanti l'avrebbe accoltellato,aveva immaginato spesso la scena nelle ultime ore, la lama insanguinata, il suo sguardo offuscato dal dolore, l'avrebbe fatto, l'avrebbe accoltellato per questo preferì liquidarlo al telefono. ”Ora torna a casetta dai tuoi figli e dì a tua moglie di non azzardarsi più a chiamare per minacciarmi, addio e vaffanculo” Arianna attaccò e spense il telefono.

27/05/2010 ore 10,45

“ Ci provi gusto?” apostrofò una voce rabbiosa dall'altra parte del telefono “Ma chi è?” rispose Arianna insonnolita, per lei era praticamente l'alba. “Ti ho chiesto se ci provi gusto troia”seguitò la voce femminile “Senti, troia ci sarai, chi cazzo sei e come ti permetti?” si era improvvisamente svegliata del tutto. A quel punto la donna al telefono inizio a piangere copiosamente e tirando su con il naso proseguì imperterrita con la sua domanda “Ci provi gusto a scoparti i mariti delle altre donne?- il pianto aumentò d'intensità-Non hai rispetto di una ragazza come te che oltre tutto deve accudire due figli!” e si soffiò il naso. Ci fu un attimo di silenzio, Arianna capì la situazione,era Marica la moglie di Marco,quel bastardo era bugiardo all'inverosimile, si sentì pesantemente in colpa, immaginava questa povera donna in lacrime con i bambini che piangevano in un'altra stanza, era troppo perfino per il suo spietato cinismo. Non sapeva cosa dire ed abbozzò un “Marica?” “ Perchè quanti altri mariti ti scopi troietta?” ribattè Marica con la voce nasale e straziata“ Mi aveva detto di essersi separato – balbettò Arianna – di averti lasciato, che eravate separati in casa solo per i figli” “Povera illusa!-stavolta il tono era tornato rabbioso- stagli lontano o me la pagherai” con queste ultime parole Marica le attaccò il telefono in faccia.

Le mani di Arianna avevano iniziato a tremare, le vene sulle tempie si erano gonfiate, scagliò la cornice contro il muro, il vetro si ruppe, una foto dove lei e Marco si baciavano sorridenti nel mezzo di una passeggiata a cavallo rimase sepolta sotto il cumulo di vetri. Urlò la sua rabbia, forte, la sua vicina diede due botte con il manico di scopa sul muro, stava vedendo Forum ed era il momento del verdetto, voleva sapere se la proprietaria di quel ridicolo chihuaha, doveva risarcire il povero anziano delle angherie subite da quel cane bonsai, che pisciava regolarmente sul suo zerbino.

Arianna andò in cucina, dritta verso il ceppo dei coltelli, li esaminò uno ad uno, poi si preparò una canna e tentò di calmarsi.



Alberto se ne stava con le cuffie in testa nel suo “pandino” di quarta mano, era parcheggiato sotto il palazzo di Arianna, aveva barba ed odore corporeo di 3 giorni passati prevalentemente in macchina. Certo il rimborso spese gli avrebbe consentito di pagarsi una pensioncina, anche un hotel, visto che a Santa Marinella era ancora bassa stagione, ma preferiva dormire in macchina e tenere per se quei soldi. Il lavoro da investigatore privato non gli rendeva molto, gli pesavano sulle spalle, e soprattutto sul portafogli: un matrimonio finito male comprensivo di ex-moglie aguzzina e figlio adolescente da mantenere, un debito di gioco, il vizio del fumo ed un appassionato amore per la bottiglia, ed invece di suicidarsi, preferiva dormire in macchina e tirare a campare.

Nel plico dell'agenzia c'erano le foto di Arianna Lenzi con l'indirizzo – via dei fiori 34 2° piano- ed il numero di cellulare della ragazza; la missione era sapere tutto di lei ed Alberto era abile, un'ombra , la seguiva, intercettava le sue telefonate e con un paio di microfoni ambientali ascoltava cosa avveniva nell'appartamento e la spiava. Nella tromba delle scale del palazzo di fronte, una delle finestre, affacciava quasi dentro casa di Arianna, il palazzo, per fortuna di Alberto, era mezzo vuoto, tutte seconde case di romani che le utilizzano solo nei mesi estivi o qualche week end, quindi godeva di una postazione privilegiata e senza rischi di essere scoperto. Da lì osservava quella che lui giudicava una splendida troietta, l'avrebbe scopata volentieri, aveva capito al volo come era fatta la ragazza, lui non sarebbe mai stato il suo tipo, non poteva permettersela, una così non gliela avrebbe mai data e siccome lei era spesso da sola, dopo qualche goccio di troppo, immagino persino di violentarla.

Alberto faceva minuziosi rapporti via email ogni 2 ore, ed annotava per filo e per segno ogni minima cosa, e nei tempi morti, trascriveva le registrazioni delle telefonate e dei dialoghi; tutto questo avveniva da 15 giorni, ogni cosa, amplessi compresi, venivano minuziosamente annotati dall'investigatore/voyeur.

20/05/2010 ore 11.30

Arianna passò in rassegna i regali ricevuti negli ultimi 40 giorni da Marcello, oltre al rolex, a diverse borse di vouitton in tutte le forme e colori,alla maglietta di Gucci, c'erano anche quei magnifici sandali da 800 euro presi a via Condotti, senza dimenticare quella serie di trattamenti nella beauty farm più famosa di Roma, e poi, probabilmente quell'anello che lei gli aveva mostrato in una vetrina di Cartier e lui, perso nei suoi occhi nocciola, le aveva fatto capire che prima o poi sarebbe arrivato...Poteva alla luce di tutto questo rifiutare un thè con la madre di Marcello in uno degli appartamenti più belli nel quartiere Coppedè? La risposta era ovviamente no. “Ma perché ci tieni tanto a presentarmela” gli chiese Arianna sotto casa di Marcello “Ma è mia madre, ci tengo a farle vedere chi frequento, e ci teneva lei a vederti, forse non crede tu sia così bella come ti ho descritto, forse pensa che io non riuscirei mai a conquistare una come te” disse Marcello incupendosi, a quel punto Arianna gli mise una mano sul viso e con un'intonazione che sembrava avesse provato più volte davanti allo specchio, con fare tra l'amorevole ed il materno si limitò a dire “Sciocco...” e tanto bastò a farlo commuovere fino alle lacrime.

Fortunatamente per Arianna l'ora del the durò poco più di un quarto d'ora, “Lei è mia madre” disse Marcello “ Piacere di conoscerla signora” disse ipocritamente Arianna e dopo pochi convenevoli sul come e dove si erano conosciuti la signora li liquidò per una partita a burraco con le amiche. “Questo cazzo di Cartier oggi me lo sono proprio meritata!” pensò Arianna tornando a casa.

30/05/2010 ore 21,45

“Dunque- interloquì l'ispettore Rizzardi- cerchi di spiegarmi meglio che rapporto aveva con la Lenzi sig. Pace” Marcello era seduto lì al commissariato da quasi un'ora ed aveva risposto già almeno 4 volte a quella domanda, strizzato dentro una sedia troppo piccola per lui, sudava copiosamente, gli occhi gonfi e fuori dalle orbite, ricordava un po' Aldo Fabrizi, ma il suo viso non era giocoso bensì terrorizzato “Io...gliel'ho già detto ispettore, avevamo un appuntamento per vederci, ci frequentavamo..” “A che ora era?” chiese l'ispettore“ Alle otto-rispose diligentemente Marcello” “Ma lei ha chiamato la Polizia alle 20.20, cosa ha fatto in 20 minuti?” “L'appuntamento era alle 20, ma io sono arrivato tardi perchè.. -Marcello arrossì-non riuscivo a risolvere un indovinello” “Ecco ce mancavano gli indovinelli-si spazientì l'ispettore-a che gioco giochiamo? Che indovinello?” Marcello estrasse un fogliettino con i numeri e le lettere dettategli da Arianna il giorno stesso” “E sti numeri cosa rappresentano?” chiese l'ispettore “ Sono coordinate GPS, quelle del porticciolo “intervenne Angelo P. il vice ispettore” Si esatto – disse Marcello guardando Angelo come fosse un marziano- è solo che io non riuscivo a capirlo, alla fine ho dovuto chiamare Matteo che mi ha spiegato cosa fossero” “Dunque- incalzò Rizzardi- eravate fidanzati lei e la Lenzi” “Si cioè no- rispose confusamente Marcello” “ Si..o no Sig. Pace?” “ Non proprio, ci vedevamo, ed io avrei voluto...ecco stasera forse glielo avrei chiesto avevo anche comprato questo anello da Cartier-proseguì Marcello con una lacrima che seguiva le rotondità della sua guancia sinistra- eccolo” mostrando il prezioso “ Ma lei si è rifiutata, avete litigato e lei l'ha spinta sugli scogli, la Lenzi ha sbattuto la testa ed è morta..” ricostruì l'ispettore “Noooo-urlò Marcello- io sono arrivato e l'ho trovata gia così eppoi ho chiamato io la Polizia” “Glielo dicevo solo perchè poteva essere successo, sarebbe stato un incidente, e la sua confessione avrebbe alleviato la sua posizione” proseguì Rizzardi “Ma...io non devo confessare niente, io l'amavo!” piagnucolò Marcello; Nel frattempo entrò nella stanza Matteo Pace, il fratello di Marcello in compagnia di un'altra persona “ Tu adesso non rispondi più a nessuno-apostrofò il fratello- lui è l'avvocato Salieri e si occuperà di te” proseguì Matteo “E in quanto a lei ispettore, le avevo chiesto per telefono di aspettare il mio arrivo per interrogarlo, si è approfittato di una persona semplice” “ Era solo una chiacchierata Dr.Pace – disse l'ispettore mettendo tutte e due le mani avanti come a voler calmare gli animi- e poi suo fratello non mi sembra così sprovveduto” “Cosa avete contro di lui?” domandò Matteo, “A parte il nome di suo fratello che la vittima ha provato a scrivere sullo scoglio?” rispose sarcasticamente l'ispettore, “Ritengo che da ora me ne debba occupare io – irruppe l'avvocato Salieri – questi sono i miei numeri – porgendo il biglietto all'ispettore- saremo a sua disposizione per risolvere questo mistero” “ A me non sembra un mistero e credo che il Gip convaliderà il suo arresto sulla base di quello che abbiamo”ribatté l'ispettore “ Vedremo-rispose digrignando i denti l'avvocato – a domani” ed i tre fecero ritorno a casa.

“Secondo me non è stato lui!” sentenziò Angelo P. “ 'Cazzo dici Angelo-sbottò l'ispettore-la vittima ha provato a scriverlo, MA erano le prime due lettere poi è morta, e caso strano aveva appuntamento con quel cesso d'uomo che si chiama Marcello che è pazzo di lei!!Lei l'ha rifiutato e lui è uscito di testa, ci sono le sue mani sporche di sangue e le sue impronte sul viso della vittima. C'è il titolare del bar del porto che ha detto di aver visto la ragazza, che lui conosceva bene, andare sugli scogli verso le 19,30 con una birra che lui le ha venduto e l'unica persona che è andata lì quaranta minuti dopo è stato il panzone del Pace, nessun altro movimento, nessun altra persona..cos'altro ti serve?” “Non lo so ispettore, ma io non l'ho visto capace di alzare una mano su una donna,le impronte dice di averle lasciate per vedere se era ancora viva, è comprensibile l'abbia toccata, io col suo permesso, seguirei altre piste a partire dal tabulato telefonico” “Cazzo Angelo io devo andare in pensione tra poco e non ho voglia di giocare a Sherlock Holmes, se ne hai voglia tu ti do 15 giorni di tempo nel frattempo vieta al Pace di allontanarsi dalla sua dimora e sequestragli il passaporto” “ Grazie ispettore – bofonchiò Angelo, detto Angelone dagli amici e colleghi per via della statura- grazie della possibilità”.

15/06/2010

“Allora Sherlock, questo è l'ordine di cattura per il Pace Marcello, hai trovato qualcosa che mi convinca a strapparlo?” ironizzò L'ispettore Rizzardi “ Tanti altri indiziati-rispose tronfio Angelone-ma tutti con un ottimo alibi, Marco Archetti, l'uomo al quale la Lenzi faceva da amante, aveva un ottimo movente ma quella sera era a casa con la moglie che ha sostenuto il suo alibi,pero anche la moglie dello stesso Archetti avrebbe avuto ottimi motivi per uccidere la sua rivale in amore, e poi ho pensato anche al fratello del Pace, perchè ispettore se lei ci pensa bene....” “Basta così Angelo!-tagliò corto Rizzardi-Vai a prelevare il Pace dalla sua abitazione e portalo al carcere di Civitavecchia” “Mi lasci ancora qualche giorno, devo fare indagini approfondite sui coniugi Archetti ed un'indagine sul fratello del Pace..” sibilò Angelone con un tono da preghiera “Ti avevo dato quindici giorni, per gli approfondimenti vediamo dopo il primo grado come si mette il processo, ora vai!”. Angelone resistette all'idea di controbattere, sapeva quanto ormai era inutile e si apprestò ad eseguire l'ordine di arrestare,quello che per lui, era un innocente.

21/10/2010

“Plego si accomodi” la cameriera filippina accolse così Alberto nel sontuoso appartamento nel quartiere Coppedè “Signola alliva subito da lei” Alberto ringrazio con un sorriso. Era dimagrito e non aveva un bel aspetto, per quanto evitava di guardarsi allo specchio, si vedeva comunque riflesso negli occhi dei suoi interlocutori. La scrivania dove attendeva la signora Pace valeva di certo più di tutti i suoi averi; e mentre provava a calcolarli, i suoi averi, entrò, preceduta dal suo profumo Chanel, la sig.ra Pace.

“Buongiorno-esordì- come posso aiutarla Sig. Soldini?” “ Mi chiami pure Alberto, detesto le formalità-rispose spavaldemente- come le dicevo al telefono, ho delle informazioni su Arianna Lenzi...” “Si me l'ha detto, e non capisco perchè non ha voluto parlare direttamente con l'avvocato Salieri, è lui che segue la causa di mio figlio” disse lei senza fare una piega. “Beh, ho pensato che fosse doveroso avvisare prima lei” disse Alberto scoprendo una nota di malizia nella voce. “ Bene, di cosa si tratta?” ribattè lei “Lei signora conosce la Falco Investigazioni?”chiese Alberto notando che il lato delle labbra della Pace fu attraversato da un impercettibile spasmo “ Si certo, ho visto la pubblicità in giro per Roma, ne fanno molta..”replicò lei impassibile “eheheh-scoppiò a ridere Alberto-beh lei è proprio un osso duro mi piace-proseguì l'investigatore smunto- io ero quello incaricato dall'agenzia Falco di seguire la Lenzi...serve che aggiungo altro?” Stavolta il tono malizioso fu più accentuato. La sedia occupata dalla signora Pace doveva essere incandescente, pensò Alberto, visto che la signora stava scompostamente cercando una posizione. “ D'accordo, è vero, ma l'ho pagato quel lavoro!” esclamò lei “Non bastano!” Alberto fu perentorio “ Servono altri 200 mila euro” “ Ma è un folle-gracchiò lei-e perchè mai dovrei pagare questa cifra? Mio figlio è già in prigione e se si viene a sapere che avevo assoldato un detective beh non credo che possa peggiorare le cose”. A quel punto Alberto sorrise di nuovo,sfilò un dvd dalla giacca e lo tirò sulla preziosa scrivania. “Vede Sig.ra Pace-iniziò Alberto- purtroppo l'agenzia non è riuscita a mettersi subito in contatto con me quella sera per dirmi che l'operazione finiva lì, avevo un problema con il telefono ed ho continuato a seguire Arianna come un serio professionista, e quello è il filmato dell'omicidio, le può servire a far scagionare Marcello...” La Sig.ra Pace sprofondò nella poltrona, estrasse con le mani tremanti una sigaretta e con fatica la portò alla bocca, Alberto gliela accese. Fuorono due minuti di silenzio, un silenzio pesante come il cielo che porta i monsoni, pesante come la notizia che porta un lutto improvviso, pesante come una condanna all'ergastolo; il silenzio lo ruppe Alberto “Perchè Sig.ra Pace? Arianna non era certo un esempio di virtù, ma suo figlio era contento, era felice..” “Mmmi stttava po-portando via il mmmio Marcello- disse lei con la voce tremante- ed i miei soldi, lla sssua felllicità cosstava un po' troppo- aggiunse- mma io, nnnon volevo-e le lacrime cominciarono a solcargli il viso-volevo solo spaventarla” “Lo so-disse Alberto-ma la situazione le è sfuggita di mano, Arianna l'ha mandata a quel paese e lei non ci ha visto più, l'ha strattonata e l'ha spinta giù per gli scogli facilitata dal fatto che Arianna portava sempre dei tacchi altissimi ed ha sbattuto la testa- durante il suo resoconto Alberto si accesè la venticinquesima sigaretta nel giro di 6 ore- il resto è storia” “Però io le sto dando un'opportunità, Marcello avrà la semi infermità, avete un ottimo avvocato, nel giro di 6-7 anni sarà fuori, lei invece rischia molto di più..” suggerì Alberto “ Cosa, cosa devo fare adesso io, cosa posso fare?”piagnucolò la madre di Marcello, “Vede signora Pace-disse Alberto che già immaginava come avrebbe speso quel mare di soldi- ho recentemente letto una frase molto azzeccata al momento che diceva :”Il fato ti mette sempre davanti a due possibilità, una è quella che scegli..” “ E l'altra?” chiese ingenuamente la signora “L'altra-disse Alberto prendendo tempo per essere più scenografico- l'altra è quella che avresti dovuto scegliere”.