domenica 30 gennaio 2011

CUBA, dove il tempo NON è denaro...

Dopo aver risolto il conflitto mare o neve, decidiamo di partire per Cuba, scartiamo l'ipotesi pacchetto turistico all inclusive e compriamo solamente i biglietti A/R da Fiumicino a L'Havana, scelta che si rivelerà azzeccatissima.

Venerdì 14

Il giorno della partenza, la sveglia è puntata sulle 4.30 per essere in aeroporto alle 6 e partire alle 8.30 con la Blue Panorama. Due ore di ritardo e dei sedili che definire stretti è un eufemismo, ci danno il buongiorno.

L'Havana ci accoglie nel primo pomeriggio con un po' di nuvolette ed un odore intenso di gasolio che ci accompagnerà tutti i giorni in cui saremo in città, e che, sembrerà strano, è una di quelle caratteristiche senza le quali, perderebbe un po' del suo fascino; Come può essere “fascinoso” un odore di gasolio è presto detto, L'Havana, è piena di splendide macchine americane anni '50/'60, che percorrono continuamente la città in quanto sono quasi tutti “taxi particular” ovvero un mezzo di trasporto che usano i cubani stessi ( ed i viaggiatori più esperti) per spostarsi in città, taxi cumulativi, su strade prefissate, molto molto economici e pittoreschi ed ovviamente diversi da quelli per “turisti”. Immaginate quindi dei macchinoni di 60 anni, l'embargo che esclude possano avere dei ricambi adeguati nonostante una grande adattabilità meccanica degli stessi cubani...et voilà l'equazione è presto fatta.

Decidiamo di dormire solo in case particular, escludendo gli alberghi, quindi trascorriamo il pomeriggio a gironzolare per l'Havana Vieja alla ricerca di una sistemazione per la notte. Attraverso un contatto che aveva una coppia conosciuta sul volo, troviamo questa casetta in piena Havana vieja e decidiamo che può andar bene. Qui la scelta è stata dettata più dal fatto che ormai fosse sera, perchè la casa, alla quale non farò pubblicità, era cara ( per ciò che offriva) aveva un materasso come una pista da motocross ed era abbastanza angusta e nemmeno la colazione sarebbe mai stata all'altezza delle case che avremmo trovato successivamente.

Lasciati i bagagli in camera, decidiamo di bilanciare la nostra adattabilità da viaggiatori con una cenetta alla “Bodeguita del Medio” e relativo mojito da veri turisti, la cena è stata veramente trascurabile, ma il locale vale la visita.

Sabato 15

La mattina dopo lasciamo la stanza e insieme a Paolo e Silvia esploriamo meglio l'Havana vieja con un giro in carrozza, Plaza de armas, Malècon, Castillo de la real fuerza e così via fino a far tappa al Parque central, dove nell'internet point dell'omonimo hotel avremmo cercato un'altra sistemazione e dove invece abbiamo conosciuto Roberto, simpatico romano esperto conoscitore della città, che oltre ad averci “insegnato” ad utilizzare i taxi particular (insegnamento prezioso credetemi), tramite sue amicizie e disinteressatamente, ci ha accompagnato a vedere qualche altra casa particular tra Havana centro e Vedado. Noi optiamo per una camera al V° piano di un palazzo a 300 mt dal parque central, con una vista panoramica, Paolo e Silvia per un hotel nella parte vecchia. Roberto ci segnala inoltre un ristorante a Vedado, “La Roca” vicino la famosa gelateria “Coppelia” dove abbiamo pranzato e dove saremmo poi ritornati giorni dopo per cena. Il pomeriggio di sabato viene dedicato ad un bella passeggiata in un “paseo del Prado”, splendido viale che collega il Parque Central al Malecon, costellato da artisti che esponevano e preparavano le loro opere, nonché continuando l'esplorazione della capitale, spuntino serale in un bel locale di fronte all'hotel Telegrafo, e poi a nanna che la mattina dopo bisogna svegliarsi presto.

Domenica 16


Sveglia alle 7 , rifacciamo i bagagli e senza nemmeno fare colazione via in strada a cercare un taxi (regolare, 10cuc) che ci porterà a Nuovo Vedado al terminal Viazul dove partono tutti i pullman per raggiungere le varie destinazioni dell'isola. Il nostro bus risulta essere pieno ma la sorte vuole che conosciamo altre persone che come noi devono andare a Vinales, Marco e Alessia (anche loro di Roma) e una coppia mista (lui inglese lei vietnamita) che vive in canada ed insieme, e dopo un estenuante trattativa (abituatevi) prendiamo una macchina con autista ( fuori il terminal è pieno di “taxi” irregolari che per arrotondare ti portano ovunque) che per 96 CUC ci porta a Vinales, impiegando 1 ora in meno del bus!. Vinales è una cura per l'anima e la vista, un paesino di campagna con tutte case basse variopinte, pulcini e maialini che ti attraversano la strada, persone squisite ed ottima cucina. Il “taxi” ci lascia ognuno nelle rispettive “case particular”, noi abbiamo scelto La casa di Elio y Gloria, posto incantevole, loro sono persone squisite ed anziché fermarci una sola notte, come preventivato, non abbiamo resistito ed abbiamo allungato di 1 giorno la permanenza.

Appena lasciati i trolley, contrattiamo subito un escursione a cavallo tra le piantagioni di tabacco incastonate tra i Mogotes e le grotte che incorniciano questa splendida valle (15 CUC a persona).

Marco ed Alessia si uniscono a noi insieme ad un ragazzo danese dal nome impronunciabile (che noi per praticità abbiamo iniziato a chiamare Casper) ed insieme alla guida si parte per queste quasi 5 ore di passeggiata dove, oltre alle immense piantagioni di tabacco, faremo una visita in una grotta (Cueva del silencio) dove all'interno è presente un laghetto d'acqua dolce nel quale volendo, si può fare il bagno, accompagnati da un'improvvisata guida con delle torce ( 2cuc a persona..caro! se potete portatevi una torcia da casa), poi andremo a visitare la capanna di stoccaggio del tabacco di un campesino, che ci offrirà un delizioso pompelmo al rum ( pompelmo che ho rimboccato almeno 3 volte) ci spiegherà la lavorazione del tabacco fino a farlo diventare un sigaro che noi fumeremo incuriositi e mezzi ubriachi di rum. Si rimonta a cavallo e via a casa a fare una doccia e prepararsi per la cena, in una casa particular attigua a quella di Marco Alessia, dove una splendida aragosta ci attende insieme a riso, verdure ed una cerveza ghiacciata (10 CUC). Dopo la cena, ci siamo lasciati con gli altri con l'idea di partire per un'escursione a Cayo Levisa, splendida località di mare ad un'oretta e mezza di macchina.

Lunedì 17

Appena svegli, mentre degustavamo una ricca colazione (ananas, papaya, frullato, caffè e tortilla 5 CUC)nello splendido patio della nostra casa particular, abbiamo notato un cielo molto coperto, con minaccia di pioggia, quindi decidiamo di cambiare idea ed andiamo al centro del paese dove prendiamo il Vinales Bus Tour, un autobus che ferma in una decina di posti strategici dove con un unico biglietto (5CUC) si po' scendere e salire a piacimento. Una delle tappe , dove scegliamo di scendere, è quella della Cueva del indio, un'altra bellissima grotta dove con una guida ci si inoltra all'interno per circa 250 mt. A piedi dopodiché si monta su una barchetta per un tour su un fiumiciattolo sotterraneo. Escursione piacevole (5 CUC) al termine della quale mi rinfresco con un fresco succo di canna da zucchero spremuta al momento (1 CUC). Per pranzo torniamo al paese dove decidiamo di mangiare in un paio di localetti da strada dove su forni improvvisati ci preparano una bella pizzetta jamon y queso ( 10$ in Moneda Nacional!!!) e poi un panino ( 5$ Moneda Nacional ) innaffiamo con Cerveza e decidiamo, visto che nel frattempo era uscito il sole, di andare a fare un bagno in un laghetto all'interno della valle che abbiamo intravisto in una foto. Messo il costume trattiamo con un improvvisato Taxista che per 15 CUC ci porta (in 4)sul suo fiammante 128, ci aspetta, e ci riaccompagna in paese quando ormai è l'ora dell'aperitivo. Nel tratto di ritorno però non potevamo esimerci da una tappa in delizioso chioschetto di frutta, dove ci siamo fatti fuori 3o4 ananas, un paio di pompelmi, svariati bananito e non ricordo cos'altro (50 $ Moneda Nacional).

Marco e Alessia prendono una Viazul alla volta de la Habana, noi invece ceniamo a casa “nostra”con Gloria che ci ha deliziato con un ottimo pasto a base gamberetti. Dopo cena, un piccolo inconveniente ha rischiato di pregiudicarmi la vacanza, ma la scorza dura ed un pizzico di fortuna, ha fatto si che la caduta dalle scale a chiocciola in ferro (maledette infradito) lasciasse abbondanti segni ma non rompesse nulla.

Martedì 18

Sveglia presto e colazione nel patio, saldato il conto a Gloria (95 CUC per 2 notti, 2 colazioni, 1 cena e 2 panini più bevande per 2 persone) salutiamo Elio, Gloria e Vinales con il dispiacere nel cuore perchè siamo stati benissimo ed andiamo a prendere il Viazul (12 CUC a persona) per tornare a La Habana. Marco ed Alessia in avanscoperta dalla sera prima, trovano una casa particular davvero splendida a 2 passi dal Prado, i proprietari, Julio e Elsa Roque, sono davvero speciali, ospitali e di grande spessore. Lasciamo i bagagli in camera e via in Parque Central a prendere l'Habana Bus T3 direzione playa del este, spiaggia di Santa Maria, sabbia bianca, mare cristallino e praticamente nessuno intorno a noi. Dopo svariati bagni di mare e di sole mi concedo, in un piccolo gazebo sulla spiaggia, un piatto unico di Aragosta, gamberoni e verdure con una bella cerveza (18CUC) il piatto è abbondante e ci mangiamo in 2!. Ci rimettiamo al sole fino al tramonto, riprendiamo il bus in direzione casa, dove ritroviamo Marco ed Alessia, ceniamo lì (molto bene) sul grande tavolo imbandito da Julio e Elsa nel salone appena rinnovato. Dopocena giro per l'havana vieja e daiquiri (trascurabile) in uno dei bar incontrati credo in c/lle Opisbo.

Mercoledì 19

Decidiamo tutti e quattro di andare a trovare Paolo e Silvia, che nel frattempo erano finiti a Varadero, in quello che è considerato un paradiso turistico. Solita trattativa col solito improvvisato taxista che per 100CUC (ottimo prezzo) a bordo della sua Seat cordoba ci porta a Varadero dove arriviamo in tarda mattinata. Il resort è bellissimo, la spiaggia ed il mare ancora di più; passiamo la giornata in totale relax tra partite a beach volley, mojito, pina colada, sole, calcio e lettini. Esausti alle 19 salutiamo Paolo e Silvia e riprendiamo la nostra Seat per tornare a casa. Tappa per la cena ( in costume ed asciugamani) al ristorante “La Roca” (calle 21 tra L e M) a Vedado, Bistecche , patatine e birra (5 CUC a testa) consigliatissimo. Distrutti e bruciati dal sole crolliamo a letto.

Giovedì 20

Solita ed abbondante colazione a casa (i migliori desayuno lì abbiamo fatti qui da Julio y Elsa) e salutiamo Marco ed Alessia che ripartono per Roma, e decidiamo di passare la mattinata ancora a Playa del este. Per l'ora di pranzo siamo già al centro e decido di mangiare dei panini in posti “improponibili” alla vista, dove mangiano solo i cubani, e credo nemmeno tutti; Fatto sta che sotto i portici nei pressi del Capitolio, mi faccio fuori un paio di panini, uno con la porchetta e l'altro una mezza specie di hamburger ( 9 $ moneda nacional totali), il sapore era buono, e visto che dopo non mi sono sentito male è stato un vero affare. Continuiamo la nostra passeggiata in una strada molto defilata, dove non incrociamo nemmeno un turista ma tanta vita vera, trascuratezza e tipicità cubana. Alla fine della strada ci troviamo parecchio fuori mano, decidiamo così di prendere un simpatico CocoTaxi che ci porterà (5CUC) fino a Coppelia, nota gelateria che più che per il gelato in se stesso (hanno solo 1 o 2 gusti) vale la pena come osservatorio sociale, eppoi se fate la fila come i cubani (pare che gli stranieri possano entrare senza fare la fila da un altro ingresso) pagherete in moneda nacional (1$ per ogni pallina di gelato). Da Coppelia prendiamo un taxi particular per tornare a Parque central, e da lì ci inoltriamo a piedi per l'Havana Vieja dove arriveremo nella stupenda Plaza Vieja e prenderemo un meraviglioso aperitivo con musica dal vivo (un mojito, una cerveza e polpettine di pesce 8 CUC).

A cena decidiamo di “strafare” si fa per dire, e ci concediamo un bel ristorantino al primo piano di un edificio storico ( sul prado tra l'hotel parque central e l'hotel Sevilla mi pare) dove nel grill a vista ci preparano 2 stupende aragoste che ci gustiamo a lume di candela ed una vista incantevole sulla città (50 CUC).

Venerdì 21

Il giorno della ripartenza, abbiamo ancora una mattinata a disposizione e la spendiamo al Museo de la Revolution dove si ripercorrono tutte le tappe della rivoluzione castrista. Veramente interessante

Veramente a malincuore torniamo a casa a prendere i bagagli, saldiamo il conto (95 CUC per 3 notti, 3 colazioni ed una cena, il tutto per 2 persone). Salutiamo Elsa ed il nostro Taxi per l'Aeroporto (25 CUC) è già sotto casa che ci aspetta.



Conclusioni

Una settimana è veramente poco tempo, per cui potendo, vi consiglio di farne almeno 2. Cuba è un posto unico, La Habana ha un'elegante povertà, un fascino che avvolge e che vi porterete dietro per lungo tempo. Le persone che abbiamo incontrato sono state squisite, e vivere a contatto con loro è stato un onore.



Alcuni Suggerimenti:

DORMIRE

Se volete scoprire Cuba con l'occhio del viaggiatore, e non del turista da villaggio vacanze, vi consiglio di scegliere le case particular per il vostro soggiorno, ce ne sono molte in tutte le città e soprattutto potete tranquillamente vederle prima di confermare, loro non si offenderanno, è la prassi. Una camera in una casa particular costa tra i 25 ed i 30 CUC a notte, se la prenotate per telefono o per email, chiedete sempre se il bagno è privato o è condiviso e se c'è l'acqua calda (potendo controllate fisicamente). Se la casa è di vostro gradimento, prendete la colazione per la mattina successiva (4o5 CUC) e provate anche a cenarci (8-10 CUC), mangerete molto meglio lì che in tanti ristoranti, soprattutto a Vinales.

CAMBIO

Cambiate senza paura anche all'aeroporto, il tasso è buono, se siete in qualche città cercate una CaDeCa, non cambiate negli hotel, non è conveniente.

Cuba ha 2 monete, una è il CUC (equiparata al Dollaro Usa, quindi ad oggi vale ca. 0,85 €)ed è la moneta creata per il turismo e con la quale si pagano la maggior parte delle cose l'altra è la Moneda Nacional (1 CUC = 24$ moneda Nacional) che è quella dei cubani, per acquistare beni (soprattutto alimentari) nei chioschetti di strada.

Vi consiglio quindi di cambiare almeno una decina di CUC in Moneda nacional.

DA NON DIMENTICARE:
Siringhe usa e getta, creme solari, magliette da regalare, Lonely Planet ed una visita a http://www.turistipercaso.it/ dove ci sono un sacco di info.

Se avete bisogno di altre info scrivetemi pure o contattatemi su www.facebook.com/emilianik





giovedì 12 agosto 2010

Delitto agli scoglietti

30/05/2010 ore 20.05


“Ma sono le stelle o le luci del castello? Cazzo è tutto sfocato!!” pensò Arianna,il suo dolore alla testa aumentava e la sua bocca riconosceva il sapore del sangue che con un colpo di tosse andò a macchiare la maglietta di Gucci “Cazzo era nuova...” sospirò irrazionalmente”. “Ora raccolgo le forze e provo ad alzarmi” pensò, ma il suo corpo non le ubbidì, toccò la sua coscia con la mano destra e sentì la gamba, attaccata al corpo ma insensibile come uno scoglio al vento. “Giuro che me la pagherà” lacrime e rabbia si fusero insieme, il dolore crebbe ancora, la vista scemò ed il sangue continuò ad uscirgli dagli orifizi. Niente più giornate con amici, niente più mamma né papà, niente più gelati né louis vuitton, niente più amanti ed incazzature, né compleanni ed abbronzature. Mise l'indice in bocca ed inzuppandolo nel sangue iniziò a scrivere su uno scoglio il nome di chi aveva deciso che i suoi 34 anni dovevano bastarle. Fece una M poi riinzuppò il dito, aggiunse una A e riportò il dito alla bocca.

30/05/2010 ore 13.00

“Dai scrivi 42° 2' 10.31'' N 11° 52' 20.37'' E” gli dettò Arianna al cellulare “Che faccio li gioco al lotto?” rispose lui ironico “ Ma no dai, hai detto che volevi vedermi no? Ci vediamo alle 20 sarò lì ad aspettarti” “ Si d'accordo- ribatté lui- ma lì dove?”.Non era mai stato una volpe, ma Arianna aveva già messo giù. Marcello si ritrovò così a parlare da solo al telefono tra l'eccitato e lo stranito, non sapeva da dove cominciare e non poteva certo farsi scappare un'altra uscita con Arianna, bellissima, di buona famiglia, tanto più carina di lui, tanto più magra di lui e a pensarci bene anche parecchio più alta di lui.

Marcello odiava tutto di sé, compreso suo padre, ormai morto da due anni, che ha sempre preferito suo fratello, odiava sua madre, ipercattolica, iperborghese e iperprotettiva tanto che, pur essendo lui un quarantenne, ancora passava in camera a dargli la buona notte, acuendo così il suo pensiero di essere un idiota e mandando a picco la sua autostima. Odiava i suoi pochi capelli rossi, la sua pancia ed il suo doppio mento. Odiava il suo nome, il suo odore e la sua pelle grassa. Odiava i suoi occhiali, le efelidi che ricoprivano il suo viso, odiava tutto questo, senza però saperlo! Le sue uniche certezze erano la sua carta di credito e la sua Porsche, lì a bordo era meno invisibile al mondo ed alle ragazze, due armi micidiali. Aveva un signor stipendio per scaldare la sua poltrona rinforzata, vestiva Armani su indicazione della mamma, e veniva iniziato dal fratello alla bella vita, con la speranza che si sarebbe svegliato un po'.

10/04/2010

“Perchè non ti siedi qui con noi a bere un ciampagnino?” così goffamente Marcello aveva approcciato Arianna nell'area Vip del Jet Set “ Uno sciampagnino non si rifuta mai” rispose lei ridendo ed ammiccando. La serata proseguì così tra cestelli colmi di ghiaccio, frutta e bottiglie di champagne da 700 euro l'una che agevolarono la loro conoscenza.

Conoscenza che proseguì tre giorni dopo cenando alla Pergola dell'Hilton con relativa capatina in una delle suite del prestigioso albergo capitolino.

Marcello capì che ad Arianna piaceva la bella vita e le fece trovare sul letto un rolex dalle sette bellezze. Lei lo guardò fisso negli occhi, si stordì con quello che c'era nel frigobar e gli chiese di spegnere la luce.

Da quel giorno Marcello fremeva sempre per incontrarla di nuovo, Arianna rispondeva di rado alle sue innumerevoli telefonate, centellinava gli appuntamenti con lui, facendo crescere il desiderio di Marcello e, come immaginava, il tenore ed il valore dei suoi regali.

27/05/2010 ore 20,00

“Sei un maledetto figlio di puttanaaa, mi avevi detto di averla lasciata, anzi me l'avevi giurato brutto pezzo di merdaaa!!!” tutto il condominio capì che Arianna era al telefono; “Cazzo ma fammi almeno spiegare” abbozzò Marco “ Cosaaaaa? cosa vuoi spiegare?” urlò così forte ed in maniera così straziante che la vicina alzò il volume della televisione Arianna le stava impedendo di ascoltare un passaggio cruciale di “Uomini e Donne” la sua trasmissione preferita.”Senti!-proseguì Arianna ritrovando una glaciale compostezza - non devi chiamarmi più, non devi tormentarmi più e soprattutto devi smetterla di seguirmi!” “Seguirti?” “Zitto! - stavolta singhiozzava -Lo so che mi segui, percepisco una presenza e bada ti denuncio, cancella il mio nome io l'ho già fatto” “ Ti prego calmati” ruggì Marco “ Calmati tu stronzo!” se l'avesse avuto davanti l'avrebbe accoltellato,aveva immaginato spesso la scena nelle ultime ore, la lama insanguinata, il suo sguardo offuscato dal dolore, l'avrebbe fatto, l'avrebbe accoltellato per questo preferì liquidarlo al telefono. ”Ora torna a casetta dai tuoi figli e dì a tua moglie di non azzardarsi più a chiamare per minacciarmi, addio e vaffanculo” Arianna attaccò e spense il telefono.

27/05/2010 ore 10,45

“ Ci provi gusto?” apostrofò una voce rabbiosa dall'altra parte del telefono “Ma chi è?” rispose Arianna insonnolita, per lei era praticamente l'alba. “Ti ho chiesto se ci provi gusto troia”seguitò la voce femminile “Senti, troia ci sarai, chi cazzo sei e come ti permetti?” si era improvvisamente svegliata del tutto. A quel punto la donna al telefono inizio a piangere copiosamente e tirando su con il naso proseguì imperterrita con la sua domanda “Ci provi gusto a scoparti i mariti delle altre donne?- il pianto aumentò d'intensità-Non hai rispetto di una ragazza come te che oltre tutto deve accudire due figli!” e si soffiò il naso. Ci fu un attimo di silenzio, Arianna capì la situazione,era Marica la moglie di Marco,quel bastardo era bugiardo all'inverosimile, si sentì pesantemente in colpa, immaginava questa povera donna in lacrime con i bambini che piangevano in un'altra stanza, era troppo perfino per il suo spietato cinismo. Non sapeva cosa dire ed abbozzò un “Marica?” “ Perchè quanti altri mariti ti scopi troietta?” ribattè Marica con la voce nasale e straziata“ Mi aveva detto di essersi separato – balbettò Arianna – di averti lasciato, che eravate separati in casa solo per i figli” “Povera illusa!-stavolta il tono era tornato rabbioso- stagli lontano o me la pagherai” con queste ultime parole Marica le attaccò il telefono in faccia.

Le mani di Arianna avevano iniziato a tremare, le vene sulle tempie si erano gonfiate, scagliò la cornice contro il muro, il vetro si ruppe, una foto dove lei e Marco si baciavano sorridenti nel mezzo di una passeggiata a cavallo rimase sepolta sotto il cumulo di vetri. Urlò la sua rabbia, forte, la sua vicina diede due botte con il manico di scopa sul muro, stava vedendo Forum ed era il momento del verdetto, voleva sapere se la proprietaria di quel ridicolo chihuaha, doveva risarcire il povero anziano delle angherie subite da quel cane bonsai, che pisciava regolarmente sul suo zerbino.

Arianna andò in cucina, dritta verso il ceppo dei coltelli, li esaminò uno ad uno, poi si preparò una canna e tentò di calmarsi.



Alberto se ne stava con le cuffie in testa nel suo “pandino” di quarta mano, era parcheggiato sotto il palazzo di Arianna, aveva barba ed odore corporeo di 3 giorni passati prevalentemente in macchina. Certo il rimborso spese gli avrebbe consentito di pagarsi una pensioncina, anche un hotel, visto che a Santa Marinella era ancora bassa stagione, ma preferiva dormire in macchina e tenere per se quei soldi. Il lavoro da investigatore privato non gli rendeva molto, gli pesavano sulle spalle, e soprattutto sul portafogli: un matrimonio finito male comprensivo di ex-moglie aguzzina e figlio adolescente da mantenere, un debito di gioco, il vizio del fumo ed un appassionato amore per la bottiglia, ed invece di suicidarsi, preferiva dormire in macchina e tirare a campare.

Nel plico dell'agenzia c'erano le foto di Arianna Lenzi con l'indirizzo – via dei fiori 34 2° piano- ed il numero di cellulare della ragazza; la missione era sapere tutto di lei ed Alberto era abile, un'ombra , la seguiva, intercettava le sue telefonate e con un paio di microfoni ambientali ascoltava cosa avveniva nell'appartamento e la spiava. Nella tromba delle scale del palazzo di fronte, una delle finestre, affacciava quasi dentro casa di Arianna, il palazzo, per fortuna di Alberto, era mezzo vuoto, tutte seconde case di romani che le utilizzano solo nei mesi estivi o qualche week end, quindi godeva di una postazione privilegiata e senza rischi di essere scoperto. Da lì osservava quella che lui giudicava una splendida troietta, l'avrebbe scopata volentieri, aveva capito al volo come era fatta la ragazza, lui non sarebbe mai stato il suo tipo, non poteva permettersela, una così non gliela avrebbe mai data e siccome lei era spesso da sola, dopo qualche goccio di troppo, immagino persino di violentarla.

Alberto faceva minuziosi rapporti via email ogni 2 ore, ed annotava per filo e per segno ogni minima cosa, e nei tempi morti, trascriveva le registrazioni delle telefonate e dei dialoghi; tutto questo avveniva da 15 giorni, ogni cosa, amplessi compresi, venivano minuziosamente annotati dall'investigatore/voyeur.

20/05/2010 ore 11.30

Arianna passò in rassegna i regali ricevuti negli ultimi 40 giorni da Marcello, oltre al rolex, a diverse borse di vouitton in tutte le forme e colori,alla maglietta di Gucci, c'erano anche quei magnifici sandali da 800 euro presi a via Condotti, senza dimenticare quella serie di trattamenti nella beauty farm più famosa di Roma, e poi, probabilmente quell'anello che lei gli aveva mostrato in una vetrina di Cartier e lui, perso nei suoi occhi nocciola, le aveva fatto capire che prima o poi sarebbe arrivato...Poteva alla luce di tutto questo rifiutare un thè con la madre di Marcello in uno degli appartamenti più belli nel quartiere Coppedè? La risposta era ovviamente no. “Ma perché ci tieni tanto a presentarmela” gli chiese Arianna sotto casa di Marcello “Ma è mia madre, ci tengo a farle vedere chi frequento, e ci teneva lei a vederti, forse non crede tu sia così bella come ti ho descritto, forse pensa che io non riuscirei mai a conquistare una come te” disse Marcello incupendosi, a quel punto Arianna gli mise una mano sul viso e con un'intonazione che sembrava avesse provato più volte davanti allo specchio, con fare tra l'amorevole ed il materno si limitò a dire “Sciocco...” e tanto bastò a farlo commuovere fino alle lacrime.

Fortunatamente per Arianna l'ora del the durò poco più di un quarto d'ora, “Lei è mia madre” disse Marcello “ Piacere di conoscerla signora” disse ipocritamente Arianna e dopo pochi convenevoli sul come e dove si erano conosciuti la signora li liquidò per una partita a burraco con le amiche. “Questo cazzo di Cartier oggi me lo sono proprio meritata!” pensò Arianna tornando a casa.

30/05/2010 ore 21,45

“Dunque- interloquì l'ispettore Rizzardi- cerchi di spiegarmi meglio che rapporto aveva con la Lenzi sig. Pace” Marcello era seduto lì al commissariato da quasi un'ora ed aveva risposto già almeno 4 volte a quella domanda, strizzato dentro una sedia troppo piccola per lui, sudava copiosamente, gli occhi gonfi e fuori dalle orbite, ricordava un po' Aldo Fabrizi, ma il suo viso non era giocoso bensì terrorizzato “Io...gliel'ho già detto ispettore, avevamo un appuntamento per vederci, ci frequentavamo..” “A che ora era?” chiese l'ispettore“ Alle otto-rispose diligentemente Marcello” “Ma lei ha chiamato la Polizia alle 20.20, cosa ha fatto in 20 minuti?” “L'appuntamento era alle 20, ma io sono arrivato tardi perchè.. -Marcello arrossì-non riuscivo a risolvere un indovinello” “Ecco ce mancavano gli indovinelli-si spazientì l'ispettore-a che gioco giochiamo? Che indovinello?” Marcello estrasse un fogliettino con i numeri e le lettere dettategli da Arianna il giorno stesso” “E sti numeri cosa rappresentano?” chiese l'ispettore “ Sono coordinate GPS, quelle del porticciolo “intervenne Angelo P. il vice ispettore” Si esatto – disse Marcello guardando Angelo come fosse un marziano- è solo che io non riuscivo a capirlo, alla fine ho dovuto chiamare Matteo che mi ha spiegato cosa fossero” “Dunque- incalzò Rizzardi- eravate fidanzati lei e la Lenzi” “Si cioè no- rispose confusamente Marcello” “ Si..o no Sig. Pace?” “ Non proprio, ci vedevamo, ed io avrei voluto...ecco stasera forse glielo avrei chiesto avevo anche comprato questo anello da Cartier-proseguì Marcello con una lacrima che seguiva le rotondità della sua guancia sinistra- eccolo” mostrando il prezioso “ Ma lei si è rifiutata, avete litigato e lei l'ha spinta sugli scogli, la Lenzi ha sbattuto la testa ed è morta..” ricostruì l'ispettore “Noooo-urlò Marcello- io sono arrivato e l'ho trovata gia così eppoi ho chiamato io la Polizia” “Glielo dicevo solo perchè poteva essere successo, sarebbe stato un incidente, e la sua confessione avrebbe alleviato la sua posizione” proseguì Rizzardi “Ma...io non devo confessare niente, io l'amavo!” piagnucolò Marcello; Nel frattempo entrò nella stanza Matteo Pace, il fratello di Marcello in compagnia di un'altra persona “ Tu adesso non rispondi più a nessuno-apostrofò il fratello- lui è l'avvocato Salieri e si occuperà di te” proseguì Matteo “E in quanto a lei ispettore, le avevo chiesto per telefono di aspettare il mio arrivo per interrogarlo, si è approfittato di una persona semplice” “ Era solo una chiacchierata Dr.Pace – disse l'ispettore mettendo tutte e due le mani avanti come a voler calmare gli animi- e poi suo fratello non mi sembra così sprovveduto” “Cosa avete contro di lui?” domandò Matteo, “A parte il nome di suo fratello che la vittima ha provato a scrivere sullo scoglio?” rispose sarcasticamente l'ispettore, “Ritengo che da ora me ne debba occupare io – irruppe l'avvocato Salieri – questi sono i miei numeri – porgendo il biglietto all'ispettore- saremo a sua disposizione per risolvere questo mistero” “ A me non sembra un mistero e credo che il Gip convaliderà il suo arresto sulla base di quello che abbiamo”ribatté l'ispettore “ Vedremo-rispose digrignando i denti l'avvocato – a domani” ed i tre fecero ritorno a casa.

“Secondo me non è stato lui!” sentenziò Angelo P. “ 'Cazzo dici Angelo-sbottò l'ispettore-la vittima ha provato a scriverlo, MA erano le prime due lettere poi è morta, e caso strano aveva appuntamento con quel cesso d'uomo che si chiama Marcello che è pazzo di lei!!Lei l'ha rifiutato e lui è uscito di testa, ci sono le sue mani sporche di sangue e le sue impronte sul viso della vittima. C'è il titolare del bar del porto che ha detto di aver visto la ragazza, che lui conosceva bene, andare sugli scogli verso le 19,30 con una birra che lui le ha venduto e l'unica persona che è andata lì quaranta minuti dopo è stato il panzone del Pace, nessun altro movimento, nessun altra persona..cos'altro ti serve?” “Non lo so ispettore, ma io non l'ho visto capace di alzare una mano su una donna,le impronte dice di averle lasciate per vedere se era ancora viva, è comprensibile l'abbia toccata, io col suo permesso, seguirei altre piste a partire dal tabulato telefonico” “Cazzo Angelo io devo andare in pensione tra poco e non ho voglia di giocare a Sherlock Holmes, se ne hai voglia tu ti do 15 giorni di tempo nel frattempo vieta al Pace di allontanarsi dalla sua dimora e sequestragli il passaporto” “ Grazie ispettore – bofonchiò Angelo, detto Angelone dagli amici e colleghi per via della statura- grazie della possibilità”.

15/06/2010

“Allora Sherlock, questo è l'ordine di cattura per il Pace Marcello, hai trovato qualcosa che mi convinca a strapparlo?” ironizzò L'ispettore Rizzardi “ Tanti altri indiziati-rispose tronfio Angelone-ma tutti con un ottimo alibi, Marco Archetti, l'uomo al quale la Lenzi faceva da amante, aveva un ottimo movente ma quella sera era a casa con la moglie che ha sostenuto il suo alibi,pero anche la moglie dello stesso Archetti avrebbe avuto ottimi motivi per uccidere la sua rivale in amore, e poi ho pensato anche al fratello del Pace, perchè ispettore se lei ci pensa bene....” “Basta così Angelo!-tagliò corto Rizzardi-Vai a prelevare il Pace dalla sua abitazione e portalo al carcere di Civitavecchia” “Mi lasci ancora qualche giorno, devo fare indagini approfondite sui coniugi Archetti ed un'indagine sul fratello del Pace..” sibilò Angelone con un tono da preghiera “Ti avevo dato quindici giorni, per gli approfondimenti vediamo dopo il primo grado come si mette il processo, ora vai!”. Angelone resistette all'idea di controbattere, sapeva quanto ormai era inutile e si apprestò ad eseguire l'ordine di arrestare,quello che per lui, era un innocente.

21/10/2010

“Plego si accomodi” la cameriera filippina accolse così Alberto nel sontuoso appartamento nel quartiere Coppedè “Signola alliva subito da lei” Alberto ringrazio con un sorriso. Era dimagrito e non aveva un bel aspetto, per quanto evitava di guardarsi allo specchio, si vedeva comunque riflesso negli occhi dei suoi interlocutori. La scrivania dove attendeva la signora Pace valeva di certo più di tutti i suoi averi; e mentre provava a calcolarli, i suoi averi, entrò, preceduta dal suo profumo Chanel, la sig.ra Pace.

“Buongiorno-esordì- come posso aiutarla Sig. Soldini?” “ Mi chiami pure Alberto, detesto le formalità-rispose spavaldemente- come le dicevo al telefono, ho delle informazioni su Arianna Lenzi...” “Si me l'ha detto, e non capisco perchè non ha voluto parlare direttamente con l'avvocato Salieri, è lui che segue la causa di mio figlio” disse lei senza fare una piega. “Beh, ho pensato che fosse doveroso avvisare prima lei” disse Alberto scoprendo una nota di malizia nella voce. “ Bene, di cosa si tratta?” ribattè lei “Lei signora conosce la Falco Investigazioni?”chiese Alberto notando che il lato delle labbra della Pace fu attraversato da un impercettibile spasmo “ Si certo, ho visto la pubblicità in giro per Roma, ne fanno molta..”replicò lei impassibile “eheheh-scoppiò a ridere Alberto-beh lei è proprio un osso duro mi piace-proseguì l'investigatore smunto- io ero quello incaricato dall'agenzia Falco di seguire la Lenzi...serve che aggiungo altro?” Stavolta il tono malizioso fu più accentuato. La sedia occupata dalla signora Pace doveva essere incandescente, pensò Alberto, visto che la signora stava scompostamente cercando una posizione. “ D'accordo, è vero, ma l'ho pagato quel lavoro!” esclamò lei “Non bastano!” Alberto fu perentorio “ Servono altri 200 mila euro” “ Ma è un folle-gracchiò lei-e perchè mai dovrei pagare questa cifra? Mio figlio è già in prigione e se si viene a sapere che avevo assoldato un detective beh non credo che possa peggiorare le cose”. A quel punto Alberto sorrise di nuovo,sfilò un dvd dalla giacca e lo tirò sulla preziosa scrivania. “Vede Sig.ra Pace-iniziò Alberto- purtroppo l'agenzia non è riuscita a mettersi subito in contatto con me quella sera per dirmi che l'operazione finiva lì, avevo un problema con il telefono ed ho continuato a seguire Arianna come un serio professionista, e quello è il filmato dell'omicidio, le può servire a far scagionare Marcello...” La Sig.ra Pace sprofondò nella poltrona, estrasse con le mani tremanti una sigaretta e con fatica la portò alla bocca, Alberto gliela accese. Fuorono due minuti di silenzio, un silenzio pesante come il cielo che porta i monsoni, pesante come la notizia che porta un lutto improvviso, pesante come una condanna all'ergastolo; il silenzio lo ruppe Alberto “Perchè Sig.ra Pace? Arianna non era certo un esempio di virtù, ma suo figlio era contento, era felice..” “Mmmi stttava po-portando via il mmmio Marcello- disse lei con la voce tremante- ed i miei soldi, lla sssua felllicità cosstava un po' troppo- aggiunse- mma io, nnnon volevo-e le lacrime cominciarono a solcargli il viso-volevo solo spaventarla” “Lo so-disse Alberto-ma la situazione le è sfuggita di mano, Arianna l'ha mandata a quel paese e lei non ci ha visto più, l'ha strattonata e l'ha spinta giù per gli scogli facilitata dal fatto che Arianna portava sempre dei tacchi altissimi ed ha sbattuto la testa- durante il suo resoconto Alberto si accesè la venticinquesima sigaretta nel giro di 6 ore- il resto è storia” “Però io le sto dando un'opportunità, Marcello avrà la semi infermità, avete un ottimo avvocato, nel giro di 6-7 anni sarà fuori, lei invece rischia molto di più..” suggerì Alberto “ Cosa, cosa devo fare adesso io, cosa posso fare?”piagnucolò la madre di Marcello, “Vede signora Pace-disse Alberto che già immaginava come avrebbe speso quel mare di soldi- ho recentemente letto una frase molto azzeccata al momento che diceva :”Il fato ti mette sempre davanti a due possibilità, una è quella che scegli..” “ E l'altra?” chiese ingenuamente la signora “L'altra-disse Alberto prendendo tempo per essere più scenografico- l'altra è quella che avresti dovuto scegliere”.

giovedì 14 gennaio 2010

Telegrammi su Istanbul



Allettati dai molti commenti positivi di amici che già l’avevano visitata e dall’idea di sfuggire a cenoni e cliché vari, prenotiamo per Istanbul, perla incastonata tra due continenti, partenza il 31 dicembre.


Ad attenderci troviamo tanto vento e troppi italiani, entrambi ci faranno compagnia per il resto del breve viaggio.

La storia si respira ad ogni angolo di Costantinopoli, i minareti svettano su tutti i quartieri della città con piccole chiese ad intrufolarsi di tanto in tanto.

Bella la Moschea Blu che aveva l’ingrato compito di surclassare in bellezza Aya Sophia, all’epoca una chiesa, compito che ai nostri occhi, nonostante la suggestiva architettura, non gli è riuscito.

Aya Sophia di fatto è una bellissima chiesa, poi diventata Moschea e finalmente convertita in museo. Risulta chiaro che avrebbero fatto meglio a lasciarla chiesa cristiana.

Affascinante è stato perdersi nelle vie del Gran Bazar tra tessuti, narghilè, stampe monili ed ogni altra cosa vi venga in mente, tranne le batterie, ricordatevene per tempo.

Sudare nell’hammam di Cemberlitas è stato a tratti mistico…a tratti storico..a tratti antigienico ma è un’esperienza da provare stando lì.

Poi Topkapi con il suo meraviglioso Harem, dove provare un po’ di invidia per la vita dei sultani è scontato, un po’ meno per quella degli eunuchi. Quindi Eyup con il suo resort a 5 stelle sotto terra (cimitero vista mare) con caffè turco nel bar dove Pierre Loti (mai sentito nominare prima questo scrittore francese) traeva ispirazioni e via verso la parte asiatica dall’altra parte del Bosforo, parte asiatica che, almeno per quei quartieri visitati, non brilla certo per differenze notevoli e tipicità.

Nel tardo pomeriggio le preghiere recitate nelle moschee fanno da colonna sonora a lunghe passeggiate, sopra le testa nuvole spesso clementi ed aromi speziati su per il naso.

Da non perdere la cisterna romana, illuminata suggestivamente, con le sue innumerevoli colonne a ricordarci di continuo che ubi maior…

Attenzione ai tassisti, specie purtroppo globalizzata nell’atteggiamento, controllate che accendano sempre il tassametro ad inizio viaggio, diffidate da somme forfetarie e controllate sempre che la tariffa sia quella base (1) a meno che non sia notte, e pregate che conosca le strade e/o due parole di inglese. Gli hammam secondo me sono stati costruiti per rilassarsi dopo il nervoso che ti fanno venire i tassisti :-).

Istanbul più che guardata va assaporata respirata ed ascoltata, l’energia vibrante delle sue moschee, la pelle d’oca delle sue preghiere, il kebab che insinua tra lo smog e l’odore dei tessuti del gran bazar.

Unico grande rammarico, almeno dal mio punto di vista, è la ricerca lampante della globalizzazione, la voglia di entrare in Europa per essere come noi, per avere quello che abbiamo noi, ed inevitabilmente sacrificheranno gran parte della loro cultura, delle loro tradizioni così come abbiamo fatto noi. Ed il problema della globalizzazione è proprio questo, ti illude di darti molto di più, ma ti fa perdere l’identità per delle cose che alla fine ne puoi fare tranquillamente a meno.

venerdì 11 settembre 2009

Se proprio devi odiarmi...




Se proprio devi odiarmi
fallo ora,
ora che il mondo è intento
a contrastare ciò che faccio,
unisciti all'ostilità della fortuna,
piegami
non essere l'ultimo colpo
che arriva all'improvviso
Ah quando il mio cuore
avrà superato questa tristezza.
Non essere la retroguardia di un dolore ormai vinto
non far seguire ad una notte ventosa
un piovoso mattino
non far indugiare un rigetto già deciso.
Se vuoi lasciarmi
non lasciarmi per ultimo
quando altri dolori meschini
avran fatto il loro danno
ma vieni per primo
così che io assaggi fin dall'inizio
il peggio della forza del destino
e le altri dolenti note
che ora sembrano dolenti
smetteranno di esserlo
di fronte la tua perdita."
 

martedì 8 settembre 2009

E' solo un comico...?


Solo una piccola considerazione su Beppe Grillo e la sua attività, diciamo così, politica. Al di là del fatto delle mie predisposizioni personali ed intellettive verso il succitato personaggio, ho sentito molte volte l'appunto "eh...ma è un comico...figurati se può governare..." e qui mi sorgono degli interrogativi:


  • Potrebbe essere peggio di quello che abbiamo?

  • E' meglio un comico politico o un politico comico?

  • Qual'è la figura migliore per la politica?

Sono ovviamente domande retoriche, Grillo propone un programma serio basato su energie rinnovabili, estromissione dei condannati dal parlamento, comuni a 5 stelle tutte cose che dovrebbero rappresentare la normalità per un paese civile e democratico, ma qui relegate alla rete ed ai blog come fossero qualcosa di inarrivabile, di politicamente errato.


Poi certo, sono curioso di sapere come Grillo approfondirebbe il discorso Pensioni, Immigrazione, Lavoro insomma i temi che oggi sono in caduta libera come si può vedere giornalmente.


Fare il comico, come lo fa Grillo, non è cosa facile, serve intelligenza per far ridere la gente, serve uno staff preparato per non farsi prendere mai in castagna, serve uno spirito indomito per non crogiolarsi sui proventi degli spettacoli ed andare a vivere in Svizzera. Non è un messia ma è semplicemente una persona sensata come ce ne sono molte (poche rispetto alla totalità)e probabilmente rappresenta lo scossone di cui il paese oggi ha bisogno.


E poi se un comico , un altro, come Roberto Benigni riesce a fare un film come "La vita è bella" si capisce come non sia possibile dire " è solo un comico..."

giovedì 3 settembre 2009

Ho sceso, dandoti il braccio


Ho Sceso dandoti il braccio, almeno un milione di scale

e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino

Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.

Il mio dura tutt'ora, nè più mi occorrono

le coincidenze, le prenotazioni

le trappole, gli scorni di chi crede,

che la realtà si quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio non già perchè con quattr'occhi si vede di più.

Con te le ho scese perche sapevo che di noi due

le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate

erano le tue


(Eugenio Montale)


Secondo il mio avviso, queste è una delle più belle poesie d'amore in circolazione, a me fa venire la pelle d'oca ogni volta che la leggo, la struggente visione del poeta che deve continuare il viaggio della sua vita senza più sua moglie ( le scale da scendere oltre a simboleggiare un'attività quotidiana dove il poeta aiutava la donna, simboleggiano qui anche il cammino della vita, la vita che volge al termine, lo "scendere" richiama proprio questa metafora), scomparsa nel 1963 che per lui è sempre stata un riferimento ed una guida fino alla fine quando ormai era diventata praticamente cieca.

martedì 1 settembre 2009

Le ricette d'Italia - Premier alla puttanesca




Ingredienti: Un premier di stato non troppo alto, Villa Grazioli (in alternativa potete usare qualche altra prestigiosa residenza a vostro piacimento), qualche volo di stato, una decina di escort, un cantautore di vostra fiducia (meglio se napoletano), un accappatoio bianco, un lettone di putin.

Preparazione: Diventate premier, poi prendete Villa Grazioli e depuratela dalla sicurezza, deve poterci entrare chiunque, fate arrivare le escort ( se utilizzate quelle a marchio tarantini fate attenzione, qualcuna potrebbe risultare indigesta) possibilmente con voli di stato a carico dei contribuenti, mettevi l'accappatoio e sulle dolci note del vostro cantautore sdraiatevi sul lettone di putin col puttanone ehm con la escort.

Questa è la prima di una serie di ricette che potete provare a casa, di modo che non pensiate che l'alta cucina sia comprensibile solo a chi viaggia alto, solo a chi può frequentare certi ambienti.

Buon Appetito